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La CURA dello SPORT. Un momento molto difficile

LA “CURA” DELLO SPORT
Milano, 25 novembre 2009, Centro Schuster
Paola Piola
(Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo dello Sport)

La piacevole serata ha rappresentato un’occasione importante poichè ci ha
consentito di riflettere sull’infanzia, interrogandoci sulle modalità con cui l’attività sportiva
può essere proposta ai bambini al fine di stimolare in loro una “buona crescita”come
Persona.

E’ un momento molto difficile a livello sociale e ogni settore e contesto sembra
risentire di una perdita valoriale che non può non avere una ricaduta negativa sulle nuove
generazioni.

La famiglia sembra oggi molto in difficoltà; decisamente affaticata nei suoi compiti di
sviluppo, alle prese con precarietà e carenze nella sussistenza, non riesce più a sognare e
a trasmettere l’attitudine al sogno ai figli.

La vita, senza uno slancio al futuro, si radica in un’effimera ed egocentrica
quotidianità, nella quale l’adulto perde di vista il bambino come tale assimilandolo ad un
altro se stesso o ferendolo con la propria indifferenza.

Lo sport sin dalle prime fasi (che si configurano come attività motoria), ha in sè
importanti valenze formative che si strutturano parallelamente alle mere acquisizioni
tecniche e che rendono realizzabili anche performance d’eccellenza.

La possibilità che la pratica sportiva possa contribuire al processo educativo dei
nostri giovani, accostandosi ad una genitorialità a volte fragile, si fonda sul presupposto
che lo sport , attraverso gli educatori che lo propongono, sia consapevole di doversi
distanziare dai modelli sbagliati ed adultocentrici odierni, per riprendersi le appassionanti
funzioni di crescita e sviluppo che gli sono proprie.

Il bambino ha in sé l’attitudine al gioco si tratta “solo” di aiutarlo a custodire questo
dono prezioso, in modo che esso diventi una parte costitutiva del suo essere; in questo
modo gli sarà possibile includere la pratica sportiva nella propria vita, ora che sta
crescendo, e in futuro, esternarla nel modo più variegato e personale possibile.
Tra le modalità di vivere lo sport esiste, per chi lo sogna e ne ha il talento, quella
degli atleti di eccellenza che fanno della loro passione una vera e propria professione;
giovani che arrivano al successo sportivo grazie alle proprie doti personali e alla capacità
degli adulti di custodirle.

Dietro ad ogni traguardo c’è impegno, fatica, costanza, sacrificio, sopportati perchè
vissuti come elementi costitutivi del proprio sogno.

Dobbiamo insegnare e far capire ai nostri ragazzi cosa c’è dietro l’attimo in cui
l’atleta, la squadra alza la coppa al cielo!

E’importante far conoscere figure del mondo dello sport in grado di attivare
l’attitudine al sogno, ma devono essere presentate come persone reali e non come miti
distanti e irraggiungibili.

L’atleta che torna più spesso nelle mie riflessioni è Silvio Piola, mio padre.
Il legame che ci unisce traspare dalle mie parole consentendomi di far emergere,
oltre alle sue caratteristiche psico-fisiche, aspetti familiari e del quotidiano, in grado di
renderlo accessibile al di là dei record raggiunti attraverso un modo di vivere lo sport in
grado, oggi come ieri, di sognare e far battere il cuore