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Se tornassi al Centro. Abbiamo raccolto le testimonianze

7 – Luciano Torri

Perché lo chiamo Centro e non con il suo nome intero? Ora che ne scrivo mi è chiaro, è il mio “centro”.

Entrare lì ancora oggi significa incontrare persone che non vedi da molto tempo, le facce solite, meno giovani, ma sempre sor- ridenti come le avevi lasciate ieri, cinque lustri fa.

Guardi in fondo al viale e vedi il signor Panzera con il suo solito cappello. E più in fondo, la chiesa, che ti ricorda come eri molti anni fa, ma sembra solo ieri. In fondo sei ancora quel giovane uomo che lì ha iniziato a fare sport. Mi manca Padre Morell, che aveva sempre tre cose da dire, ma non arrivava mai oltre la seconda, lo rivedo seduto a lato della chiesa pronto a lasciarti entrare (nonostante tutte le sciocchezze che avevi fatto). Ma se lascio libera la mia mente, sento che è ancora lì e mi guarda, con tre cose da dire (anche se poi sono sempre due).

Quello che non voglio che cambi mai è il mio spirito, quello di ieri, di cinque lustri fa, quando sotto l’ala protettrice del Centro Schuster, mi affacciavo in questo meraviglioso mondo dello sport.

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